Le pietre perdute
oltre costituire un primevo tentativo di discussione sul "megalitismo
piemontese", desidera essere un lavoro di taglio divulgativo, che,
tuttavia, analizza il fenomeno in una prospettiva finora inedita.
Già
dalle prime pagine si può percepire l'esistenza di una nutrita serie di tracce
monumentali alquanto significative e ricche di fascino. Un mondo archeologico
dove il "mito" si confonde con la quotidianità, un universo culturale
vivace e articolato, nel quale la componente "megalitica" aveva forti
valenze rituali e simboliche.
La
storia di un misterioso fenomeno che, in ambito regionale, si sviluppò su un
lungo periodo, dai tempi degli ultimi caciatori mesolitici fino ala comparsa
dei primi metalli, per concludersi in piena Età del Ferro. Leggendo questo
libro, il lettore ha l'occasione di avere qualche strumento in più per poter
navigare in quel mare magnum del megalitismo-occidentale. Pagine, che oltre
trattare nuove scoperte e rivisitazioni dei siti già noti sul territorio,
pongono un particolare attenzione al dibattito internazionale. Aria fresca di
cui c'è un gran bisogno nel panorama megalitico nazionale...Uno strumento
organico e moderno, rigoroso ma facilmente accessibile, pensato come un
racconto, ma nel contempo un vero e proprio atlante ragionato. Una guida che
segue un criterio geografico ideale per chiunque voglia scoprire a tavolino o
sul campo questo straordinario patrimonio.
Piero Barale è nato a Fossano nel 1958. Si è dedicato alla divulgazione di argomenti storico-archelogici e archeo-astronomici attraverso pubblicazioni e convegni. Coredattore di “Valados Usitanos” (Rivista del Centro Studi e Iniziative- Torino), e membro della Società Astronomica Italiana (SAIt-Firenze). Appassionato studioso di preistoria, protostoria e arte rupestre, da alcuni anni presidente dell’Associazione Culturale Filosofare e collabora inoltre a diverse riviste nazionali ed estere.
Sull’archeologia ha scritto Riscoprire Pollentia (2000); Il Teatro ritrovato (2002); Sulle tracce dell’Augusta Bagiennorum. Una antica città tra il Tanaro e lo Stura (2005); Il Codice della “Victoria”. Archeologia e Astronomia ai “Turrigli” dell’antica Pollentia (2007); Pollentia Antico crocevia dell’impero romano (2009).
Principali sue altre pubblicazioni: Dai Graffiti alle Stelle (2000); Il Cielo del Popolo del Faggio. Sole Luna e Stelle dei Ligures Bagienni (2003). Inoltre ha collaborato, attraverso il saggio: Lost skies of popular italian astronomy, con il Prof Clive Ruggles (docente alla University of Leicester – UK) in “Handbook of Archaeastronomy and Ethnoastronomy” (2014). Attualmente, ha pubblicato, attraverso Araba Fenice: Sui Sentieri della preistoria. Alla ricerca delle origini del Piemonte sud-occidentale (2016).