Una
zampa di capra ferrata rinvenuta in una vecchia casa di Vicoforte dà il via ad
una vicenda mai dimenticata, ma che di certo la storia ufficiale ha rimosso.
Siamo all'epoca della guerra del sale, ovvero le ribellioni che tra Seicento e
Settecento scoppiarono nel Monregalese e portarono a feroci rappresaglie da
parte dell'esercito sabaudo.
Il
romanzo è la storia di Miclot, un vicese che fugge sulla costa ligure per
salvarsi dalla forca, e trova una nuova vita, lavorando la terra e commerciando
in tutto il Mediterraneo. Ma il cuore è sempre dalle parti di Mondovì, e forse
un giorno vi tornerà....
Il
libro è arricchito da molte immagini del tempo e da un'appendice storica sulla
deportazione delle famiglie monregalesi nelle pianure del vercellese. Due
poesie di Remigio Bertolino impreziosiscono l'opera.
Quarta
di copertina
Forse
è stata un'imprudenza, lui ben lo sa, attraversare quel paese oltre l'ora in
cui l'alba strappa le ombre alla notte: ma gli è andata bene. Per questo,
incamminandosi sicuro per la salita di Cinzara verso Blan-na, aveva ringraziato
San Gottardo, protettore di Torre e dispensatore di grazie, per lo scampato
pericolo e, tanto che c'era, anche il beato Guglielmo che, facendo il
mulattiere come lui un tempo, aveva dovuto vedersela un mucchio di volte con
pericoli di diversa natura, non ultimo con il diavolo.
Con
tutti i rischi che ci sono, è sempre meglio aver una bella patela di santi cui
rivolgersi, riflette asciugnadosi con il dorso della mano il sudore che gli cola
dal viso: non per niente ce n'è uno per ogni evenienza o difficoltà.
E'
pur vero che non sempre i santi lo ascoltano, ma con la Madonna di Vico, lui ha
un rapporto speciale. Della sua protezione si è sempre fidato da quando sua
madre, avvolta nello scialle nero, liso dal tempo e dalla fatica, l'ha baciato
prima della sua partenza per l'esilio:
"Scapa,
Miclot, scapa salva ra vita", gli aveva detto. Poi, affidandolo alla
Madonna: "Va, ra Madona 'd Vi a
sarà sempre cun ti. Mi i pregh tucc i dì".
E
le sue preghiere, lui ne è sicuro, avevano sempre una risposta sicura.
Ora
non gli resta che scollinare e sarà arrivato a Santo Stefano. Poi saprà la
verità. La stanchezza si fa sentire nelle gambe e nella testa. E' in viaggio da
diciotto ore e non si è quasi mai fermato. Deve arrivare prima che sia giorno
pieno al paese.
Gli
hanno detto che probabilmento può tornare, che forse il Duca ha annullato la
prescrizione; ma come può essere sicuro? Meglio un pò di precauzione perchè, se
non fosse vero... lo aspetta la forca.
Maria
Grazia Orlandini, già dirigente scolastica dal 1977 al 2004, è coniugata, madre
di due figli e felice nonna di quattro nipoti.
Attualmente
a riposo, si interessa di storia locale, arte, toponomastica e si diletta nello
scrivere. Ha pubblicato libri di storia monregalese quali: Na vota a Vì
(autrice con altri) nel 2009; Vico, secoli di storia nel 2010; I Vicesi e
l'Unità d'Italia nel 2011; Una Torre tante storie nel 2012; Per Via del sale
(con altri) 2014.
Risultati
di ricerche d'archivio: Ordinati del Consiglio Comunale di Vicoforte.
Classificazione e contenuto dell'archivio storico del comune dal 1715 al 1900 e
Toponimi del comune di Vicoforte, entrambi nel 2015.
Un
racconto, Il ritorno, ha vinto il primo premio nel concorso letterario
"Gli spigolatori" 2015. Altri racconti sono stati accolti in testi di
novelle negli ultimi anni.
Il
giallo Buttata là come uno straccio è stato premiato col 2° premio alla prima
edizione del Concorso Nazionale di Letteratura La quercia dil Myr 2017.