Si potrebbe dire che in cucina si svolgono sempre le
storiche attività che stanno alla base dell'umanità. La storia ricorda che la
cottura del cibo risale ai tempi più remoti e rimane tutt’ora una necessità
indispensabile per la sopravvivenza.
Immaginiamo se dovessimo stare un lungo periodo senza
il nutrimento del cibo cotto, di cui il nostro organismo è più che mai
abituato, chissà in quale situazione ci troveremmo.
Veniamo comunque al lato pratico della cucina attuale e tratteniamo il passato per attingere spunti e riflessioni.
Veniamo comunque al lato pratico della cucina attuale e tratteniamo il passato per attingere spunti e riflessioni.
In linea di massima le cucine sono contraddistinte in
due serie: una è la classica cucina di famiglia, cioè il vano rivolto alla
preparazione delle vivande con disposizione di un'adeguata attrezzatura
relativa alle esigenze culinarie. E questa è la vera cucina domestica e
amichevole. Mentre quella del ristorante è un pò meno fraterna e piuttosto
rigorosa ed esigente. Volentieri fa arrabbiare e non concede mai tregua se
anche ti vede stanco morto.
Meno male che qualche volta è un po' più comprensiva e allora il caso vuole che infonde una briciola di attrattiva e soddisfazione. E' inutile dire: quando si sbaglia la torta si guasta la festa, quando invece riesce discretamente si tira un respiro di sollievo.
Diventare tutti cuochi del cordon bleu è impossibile e sarebbe persino un abbaglio, ma fortunatamente è saputo e risaputo che anche senza quella qualifica si può diventare non solamente cuoco di campagna, ma pure di paese; a perfezionare l'arte è sempre stata la volontà e la passione.
Meno male che qualche volta è un po' più comprensiva e allora il caso vuole che infonde una briciola di attrattiva e soddisfazione. E' inutile dire: quando si sbaglia la torta si guasta la festa, quando invece riesce discretamente si tira un respiro di sollievo.
Diventare tutti cuochi del cordon bleu è impossibile e sarebbe persino un abbaglio, ma fortunatamente è saputo e risaputo che anche senza quella qualifica si può diventare non solamente cuoco di campagna, ma pure di paese; a perfezionare l'arte è sempre stata la volontà e la passione.
Quarta di copertina
"Vedere nuovamente il sole
nascere dietro gli stessi monti, assaporare il quieto vivere, compiacersi
dell'amicizia di tutti, costituiscono i veri valori umani, dai quali la vita riacquista
senso e scopo. Vivere in questa periferia del mondo, dove l'affascinante natura
fa da cornice al millenario paese che ha mantenuto intatte caratteristiche e
tradizioni secolari è un sogno veramente realizzato. Ed io che su questa terra
ci sono nato e cresciuto, non posso assolutamente nascondere gli stretti legami
che ad essa mi legano. E oggi da vecchio ragazzo, con una cinquantina di anni
dedicati alla cucina, provo ancora compiacimento nello spiattellare una
fattibile cibaria, purchè sia di spontanea inventiva. Le castagne, il grano
saraceno, i funghi, i bovini, i formaggi d'alpeggio, gli animali da cortile, la
cacciagione, il miele, le trote dei nostri torrenti, le verdure, la frutta, i
prodotti agresti e selvatici dei nostri dintorni, istituiscono parte della
nostra autonomia. Dalla quale con vanto e apprezzamento attingiamo ogni giorno
gran parte del fabbisogno. Inoltre, gli artigianali biscotti di Pamparato,
passati ormai alla storia per aver compiuto pressappoco il giro del mondo,
incorniciano gloriosamente il paese del pane, simboleggiato dal cane con la pagnotta
in bocca: Habent panem paratum”. Dall’introduzione – il ritorno alle zolle.
Beppe
Prato vive a Pamparato dove è nato. E' stato cuoco per cinquant'anni all'Albergo
Alpi, sempre nel suo paese.