9 giugno 2019

Beppe Prato "Pamparato a tavola"






“Pamparato a tavola” Araba Fenice Libri”

 

Si potrebbe dire che in cucina si svolgono sempre le storiche attività che stanno alla base dell'umanità. La storia ricorda che la cottura del cibo risale ai tempi più remoti e rimane tutt’ora una necessità indispensabile per la sopravvivenza.

Immaginiamo se dovessimo stare un lungo periodo senza il nutrimento del cibo cotto, di cui il nostro organismo è più che mai abituato, chissà in quale situazione ci troveremmo.
Veniamo comunque al lato pratico della cucina attuale e tratteniamo il passato per attingere spunti e riflessioni.

In linea di massima le cucine sono contraddistinte in due serie: una è la classica cucina di famiglia, cioè il vano rivolto alla preparazione delle vivande con disposizione di un'adeguata attrezzatura relativa alle esigenze culinarie. E questa è la vera cucina domestica e amichevole. Mentre quella del ristorante è un pò meno fraterna e piuttosto rigorosa ed esigente. Volentieri fa arrabbiare e non concede mai tregua se anche ti vede stanco morto.
Meno male che qualche volta è un po' più comprensiva e allora il caso vuole che infonde una briciola di attrattiva e soddisfazione. E' inutile dire: quando si sbaglia la torta si guasta la festa, quando invece riesce discretamente si tira un respiro di sollievo.
Diventare tutti cuochi del cordon bleu è impossibile e sarebbe persino un abbaglio, ma fortunatamente è saputo e risaputo che anche senza quella qualifica si può diventare non solamente cuoco di campagna, ma pure di paese; a perfezionare l'arte è sempre stata la volontà e la passione.



Quarta di copertina

"Vedere nuovamente il sole nascere dietro gli stessi monti, assaporare il quieto vivere, compiacersi dell'amicizia di tutti, costituiscono i veri valori umani, dai quali la vita riacquista senso e scopo. Vivere in questa periferia del mondo, dove l'affascinante natura fa da cornice al millenario paese che ha mantenuto intatte caratteristiche e tradizioni secolari è un sogno veramente realizzato. Ed io che su questa terra ci sono nato e cresciuto, non posso assolutamente nascondere gli stretti legami che ad essa mi legano. E oggi da vecchio ragazzo, con una cinquantina di anni dedicati alla cucina, provo ancora compiacimento nello spiattellare una fattibile cibaria, purchè sia di spontanea inventiva. Le castagne, il grano saraceno, i funghi, i bovini, i formaggi d'alpeggio, gli animali da cortile, la cacciagione, il miele, le trote dei nostri torrenti, le verdure, la frutta, i prodotti agresti e selvatici dei nostri dintorni, istituiscono parte della nostra autonomia. Dalla quale con vanto e apprezzamento attingiamo ogni giorno gran parte del fabbisogno. Inoltre, gli artigianali biscotti di Pamparato, passati ormai alla storia per aver compiuto pressappoco il giro del mondo, incorniciano gloriosamente il paese del pane, simboleggiato dal cane con la pagnotta in bocca: Habent panem paratum”. Dall’introduzione – il ritorno alle zolle.


Beppe Prato vive a Pamparato dove è nato. E' stato cuoco per cinquant'anni all'Albergo Alpi, sempre nel suo paese.