“Le masche tra noi”
Fusta Editore
Le vicende delle masche, che sono
giunte a noi attraverso la narrazione orale tipica delle veglie invernali nel
tepore delle stalle, sono espressione di una cultura agro-pastorale che ha
prodotto storie in cui si riflettono situazioni tragiche e tristi ma anche
ironiche, foriere di speranza e di riscatto. Oggi le occasioni per quel tipo di
trasmissione orale sono irrimediabilmente scomparse e questa raccolta vuole
essere un modo per ritrovare nella trama del racconto le donne e gli uomini in
cui si annidano le nostre radici. Le masche, insomma, sono in mezzo a noi.
Anzi, siamo noi.
17 racconti incentrati sulle
figure che da sempre accompagnano il nostro immaginario partendo dalle
tradizioni piemontese e ligure, tessendo storie che affondano nelle nostre
radici. La regina di questa raccolta è
lei: la strega, la masca. Talvolta
malvagia e pronta a trasformarsi nella gatta mannara o nella gatta marella
per avere anime fresche di cui nutrirsi, altre volte mossa da quel cuore nobile
che hanno spesso le persone incomprese. Già, perché se nei secoli passati la
strega è stata cacciata, torturata e considerata sposa del demonio, foriera di
malefici e disgrazie, oggi innegabilmente ci fa tenerezza.
Accanto a loro, appare spesso il
diavolo a volte come giovane di bell’aspetto o un apparentemente innocuo
caprone; esistono poi anche le faje:
fate dei boschi dall’indole capricciosa ma buona; e il servan (o servanot),
l’uomo selvatico che può mutare il suo aspetto in quello di un animale
solitario: il lupo su tutti. Insomma, Piemonte e Liguria, con i loro boschi e
le loro valli, ci parlano di tutte queste creature, la cui vita pare
contemporaneamente rifarsi al passato e riaffacciarsi ai giorni nostri… perché
dobbiamo essere sinceri: quanti di noi non hanno mai vissuto almeno
un’occasione, un piccolo evento che in qualche modo potrebbe testimoniare
dell’esistenza di uno di questi personaggi indimenticabili?!
Franca Acquarone è nata a Ormea, ma con radici profonde a San Lazzaro Reale (Imperia). Psicologa-psicoterapeuta, è stata direttore del Servizio di Psicologia dell'Azienda Sanitaria di Mondovì e Ceva. Si occupa professionalmente da alcuni anni dei problemi degli anziani e si interessa a progetti di cultura e tradizione del territorio. Con Araba Fenice ha pubblicato nel 2007, insieme a Sebastiano Castellano, il libro "Patate, latte e castagne. Ricette e storie dell'Alta Val Tanaro" , nel 2016 assieme ad altri autori “I racconti del treno” nel 2020 “Gli amici di Prato Verde”.
Bruno
Vallepiano è nato a Roburent ed in questo paese
della montagna cuneese risiede e lavora a tutt'oggi, occupandosi di attività
turistiche legate al mondo della neve e dove ha ricoperto dal 2004 al 2016 la
carica di sindaco. È stato presidente del CFP Cebano Monregalese, l'Agenzia
formativa che ha sedi nelle città di Mondovì, Ceva e Fossano per due mandati ed
è stato presidente di "Cuneo Neve", il consorzio che raggruppa le
stazioni sciistiche del cuneese, dal 2006 al 2014.È stato nominato Cavaliere al
Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Mattarella con decreto del 2
giugno 2018.
Le opere Ha iniziato negli anni
ottanta la sua attività di scrittore con le prime esperienze presso il
settimanale “Gazzetta di Mondovì”,(oggi Provincia Granda -sotto la guida di
Nino Manera, giornalista di grande esperienza che fu suo primo “mentore” e lo
accompagnò all'iscrizione all'Ordine dei
Giornalisti nel 1982. Da allora in poi ha collaborato con varie riviste e
periodici occupandosi, soprattutto, di argomenti correlati alla montagna. Ha
pubblicato racconti e narrativa legata alla "mitologia della
Montagna" e poi, nel 2008 ha esordito come scrittore di libri gialli-noir
per la Fratelli Frilli Editori di Genova e ha diretto la collana “ARabaGIalloNEra” presso l'editore
Araba Fenice con sede a Boves. Nel 2020 ha esordito con la casa editrice Golem
di Torino con il noir “Trappola per lupi”. È l'ideatore del concorso letterario
nazionale "La Quercia del Myr".
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